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Formazione aziendale, chapter 3: la progettazione didattica

La terza fase nella maggior parte dei casi è quella più complessa. Infatti, se abbiamo scelto la strada dei progetti finanziati, dobbiamo necessariamente presentare un progetto. Negli ultimi anni i paletti imposti dai vari avvisi (o bandi che dir si voglia) sono diventati sempre più restrittivi, proprio perchè con il modesto aumentare dei fondi disponibili la concorrenza da parte dei vari "esperti di" si è fatta davvero spietata. Oltre al fatto di trovare tantissime richieste di finanziamento ad ogni sportello, la qualità dei piani formativi presentati è diventata davvero notevole. La qualità del prodotto, anche in questo caso, ha un peso specifico importante poichè serve a convincere il valutatore a preferire una richiesta piuttosto che l'altra. E siccome i soldi sono limitati occorre fare punti per "vincere".
La prima cosa da fare è leggere attentamente il bando, in modo da far emergere le valutazioni oggettive su cui fare leva. Se l'avviso attribuisce un certo punteggio all'inserimento di donne, soggetti over 45, piuttosto che lavoratori con un titolo di studio non superiore alla licenza media è bene tenerlo in considerazione per avere una solida base di partenza.
Le varie parti del formulario da compilare che esigono l'inserimento di certa letteratura, subiscono una valutazione soggettiva. Ma non sempre dilungarsi per pagine e pagine è la scelta vincente. Tante volte è meglio evidenziare gli obiettivi della formazione con semplicità e trasparenza, motivando le varie scelte effettuate per giungere al prodotto finale. E' certo comunque che bisogna scrivere correttamente e soprattutto che ci sia coerenza fra le varie parti inserite nel formulario. E inoltre fondamentale in questa fase contestualizzare il piano formativo con la situazione economica (della committenza o territoriale) o con le necessità di ristrutturazione/innovazione.
Tante volte è difficile implementare una microprogettazione puntuale, poichè rifletterebbe le esigenze attuali e non quelle dell'anno successivo, quando gli interventi formativi saranno realmente erogati. Ma è comunque bene avere bene in mente almeno le aree su cui verterà il nostro progetto.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è il partenariato. Oltre alla possibilità di condividere o dividere alcune parti della progettazione (con il rischio concreto, però, di non dare una linearità discorsiva al piano), avere un alleato "di peso" potrebbe essere un vantaggio in termini di considerazione (pensiamo, ad esempio, ad un ente di emanazione sindacale).
Ma se i valutatori sono esterni al fondo, conta solo la vostra bravura...

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