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Parola d'ordine: motivazione!

In Italia, diversamente da tutti gli altri Paesi, c'è sempre stata la tendenza a conservare a lungo il proprio posto di lavoro, in alcuni casi addirittura lo stesso per tutta la vita. In molti casi il datore di lavoro considera come un tradimento la dipartita di un collaboratore, e il dipendente stesso se ha un buon rapporto con la direzione trova difficoltà nel lasciare l'azienda.
Un curriculum costellato di esperienze lavorative può essere letto in due modi: è una persona alla continua ricerca di stimoli o che si stufa in fretta? E' un curioso o un attaccabrighe? Mi capita spesso di incontrare imprenditori che mi chiedono come trattenere i collaboratori migliori in azienda.
Motivazione! Un lavoratore non motivato cerca nuovi stimoli da un'altra parte, chi ha la motivazione rimane fedele, perchè ha prospettiva.
Per motivare le persone ci sono due metodi, uno semplice ed uno difficile. Quello semplice è naturalmente il denaro, perchè è quantificabile e di certa qualificazione. Ma alla lunga può creare malcontenti interni.
Il secondo metodo è quello di più difficile attuazione: la "pacca sulla spalla". La mentalità va adottata dal datore di lavoro, il quale non può pensare che un lavoro fatto bene sia dovuto, bensì è necessario premiare il comportamento corretto a scapito della superficialità (o sufficienza). La pacca sulla spalla non costa nulla ma quel lavoratore con un minimo di sale in zucca si riterrà giustamente considerato ed appagato.
E un lavoratore appagato tende al miglioramento continuo ed alla fedeltà.

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