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Parlare di concorrenza (anche nella crisi)

Tutti gli imprenditori dicono che il valore più grande della propria azienda è dato dal capitale umano. Ma quanti lo pensano realmente? Pochi, quei pochi che sono a capo di aziende che nonostante la crisi riescono a sbarcare il lunario, o addirittura ad incrementare fatturato e utili. E quindi riescono senza rinunce ad essere concorrenziali.
Ma non è sufficiente saper scegliere ed attorniarsi di persone molto competenti, ma si tratta di trovare lavoratori che tengono realmente alla propria azienda, che non entrano in ufficio per avere lo stipendio a fine mese, che in pratica ci mettono passione. Proprio come un tifoso va allo stadio e sostiene la sua squadra con passione, senza che gliel'abbia imposto nessuno. Quindi stiamo parlando di due aspetti molto importanti: stiamo parlando di “tifo” e di “volontarietà”. Come dice il guru della comunicazione Beau Toskich, se l'imprenditore riesce a fare leva sul gioco di squadra e sulla volontarietà di vincere la sfida per la propria azienda il gioco è fatto. E' necessario dare la giusta importanza a qualunque grado della gerarchia aziendale (riducendo, se possibile, al minimo quella verticale a favore di quella orizzontale), in modo che anche le posizioni più alte abbiano la possibilità di toccare con mano le attività della produzione e viceversa. Facendo gioco di squadra e remando tutti nella stessa direzione si raggiungono sicuramente gli obiettivi prefissati, poiché la cura del cliente e delle sue necessità farà sì che sia un cliente acquisito e fidelizzato.

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