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Visualizzazione dei post da settembre, 2011

Cosa distingue un prodotto da un altro? La passione!

Perché il nostro prodotto è il migliore? Fino a non troppi anni fa era semplice distinguere un prodotto valido da uno da lasciar perdere. Si conoscevano i marchi, e di solito il marchio era sinonimo di qualità. Ma la globalizzazione ha permesso a marchi meno conosciuti di entrare nel mercato, tenendo alta la qualità ma bassi i prezzi (naturalmente per un discorso di competitività). Di certo se una decina di anni fa decidevate di comprare un televisore nuovo, potevate comprare un sony e di sicuro avevate fatto la scelta migliore. Oggi direste lo stesso? Certamente no, ora tutti i televisori si equivalgono: tutti i prodotti, qualunque sia il marchio, sono praticamente uguali. Ma allora cosa distingue realmente un prodotto da un altro, se la qualità è la stessa? Qualcosa c'è, anche se è intangibile. Perché qualcuno dovrebbe acquistare il vostro prodotto anziché quello di qualcun altro? Perché il vostro televisore è migliore? Perché il vostro corso di formazione è migliore? Perché il v

Formazione aziendale, chapter 1: la ricerca dei finanziamenti

Chiunque penserebbe che la prima azione da intraprendere per la costruzione di un piano di formazione sia l'analisi dei fabbisogni, ma non è così. Bisogna, per forza di cose, iniziare dalla ricerca dei finanziamenti. Questo perché, sia che si stia progettando un piano multiaziendale (quindi con agenzia formativa capofila e le aziende committenti beneficiarie) sia aziendale (quindi, ad esempio, per la nostra stessa azienda e a beneficio dei suoi dipendenti), dobbiamo tenere in considerazione un aspetto: la formazione costa. Costa l'ideazione, la progettazione, la selezione, la gestione, la docenza, la valutazione... quindi, anche se la formazione è necessaria (ma attenzione, non obbligatoria) l'imprenditore è quasi sempre propenso a rinunciare. Ovviamente la formazione è uno di quei servizi a cui si può rinunciare, uno dei primi da depennare se diobbiamo rivedere il nostro budget annuale. Forse però bisognerebbe essere un po' più lungimiranti, ma contributi a fondo perdu

L'organizzazione circolare

Facciamo così: dimenticate il solito organigramma aziendale, la solita piramide gerarchica che va dalla direzione generale (o CEO, o presidente) alla produzione. Disegnate l'organizzazione come un cerchio, dove nel mezzo c'è il vertice, ossia il management centrale. Più esterni ci sono le persone che sviluppano e producono, coloro che svolgono le operazioni giornaliere. Questi ultimi vedono esattamente quello che succede, poiché sono più vicini all'azione, ma hanno una visione limitata a questo. I manager che abbiamo posto al centro hanno una visione più ampia, ma non chiara perché sono lontani dall'azione. E' quindi necessario connettere i due gruppi. Le imprese hanno bisogno di manager che facciano da collante, e che stiano nel mezzo tra vertice ed azione. I cosiddetti middle managers. Ha usato più o meno queste parole Henry Mintzberg, cercando di sfatare il mito dell'organizzazione verticale. Quindi non più un “sopra” e un “sotto”, ma un “centro” e una “perif

Trasmettere valore e competenza

Quando abbiamo di fronte un potenziale cliente è fondamentale far capire che non siamo lì per caso, ma che siamo le persone giuste al momento giusto. Qualunque sia il prodotto che offriamo (tangibile o intangibile, poco importa) dobbiamo prima di tutto noi stessi ad essere convinti che sia valido e “potente”. Questo ci renderà sicuri, e la nostra comunicazione non verbale ne gioverà. Ma naturalmente questo non basta, e non mi sto riferendo ad abbigliamento e cose del genere (importanti sì, ma qui stiamo parlando di competenze). Trasudare valore e competenze fa di voi l'uomo (o la donna) della provvidenza: “meno male che sei arrivato tu, altrimenti...”. Innanzi tutto toglietevi dalla testa il concetto di vendita: non state vendendo un bel niente, state offrendo un'opportunità. “Ma perché dovrebbe offrirmi quest'opportunità? E' così generoso?” “Non è questione di essere generosi, ma così guadagniamo in due, altrimenti non guadagna nessuno!”. Ma veniamo ai concetti chiave:

La formazione è cultura. La cultura è formazione.

La formazione ci accompagna sin da quando siamo piccini, con i nostri genitori che cercano di insegnarci le prime parole. Poi arriva la scuola con la formazione di base e, una volta adulti, la formazione continua. Quest'ultima è con noi sempre, per tutta la vita. Ci consente di essere speciali, unici. Non possiamo farne a meno, ci formiamo inconsapevolmente, a casa come sul posto di lavoro. E diventa inevitabile quanto vogliamo essere protagonisti del mercato del lavoro. L'aggiornamento vita natural durante permette di essere sempre concorrenziali: quando si cerca un lavoro, quando si vuole cambiare, o semplicemente quando si vuole migliorare e crescere professionalmente nel posto in cui già si è. Una persona sempre aggiornata e formata (perchè, appunto, stiamo parlando di "dare una forma") gode di una certa considerazione da parte di capi, colleghi, clienti, fornitori... Si è praticamente esperti. Ma essere esperti è un punto di partenza, per raggiungere gli obiettiv